Home > Racconti di Croce Rossa > Solferino 21 Giugno 2014

Allora é deciso, si va davvero a Solferino, era partita come una specie di scommessa, riempire un pullman, ci siamo…..ore 14,00 avanti alla sede di Padova, il solito luogo brulicante di ambulanze, auto, divise rosse e suoni diversi.

Un gruppetto é già fermo avanti all’autobus e chiacchiera animatamente, con il mio zainetto a spalla mi unisco a loro. Alcuni ci sono già stati l’anno scorso, per altri é la prima volta, ci contiamo, appello, tutti a bordo…l’interno del pullman é decisamente rosso.

Rido e scherzo ma a volte mi va di fermarmi, guardare fuori e pensare a cosa significa Solferino, cosa andiamo a fare, cosa ci aspetta.

Il viaggio sembra breve ed eccoci arrivati, semplice da capire, ambulanze e tute rosse da tutte le parti, l’autobus si ferma e scendiamo nei pressi di una grande struttura in zona industriale. Tende dentro e fuori, montate in modo ordinato come un piccolo paese, accreditamento e le grandi candele profumate in mano infilate in un bicchierino di carta con il simbolo della CRI. Fa molto caldo, sono le 16:30, una folla diversa eppure uguale, età diverse, colori diversi, corporature diverse e rosso, rosso ovunque.

Nel salone ci sono stand e ci prendiamo un tempo per guardarci attorno, tra tutte colpisce una bancarella, quella del BLS pediatrico, pupazzi di neonati e bambini per le esercitazioni, nella loro camicina CRI, più in là il gruppo degli OPSA operatori del soccorso in acqua, una piscina smontabile per le dimostrazioni, il gruppo delle emergenze chimiche e batteriologiche con tutta l’attrezzatura e materiali informativi.

Uno degli stand più affollati é quello dei simulatori e truccatori, c’é la fila di chi vuole farsi disegnare una croce rossa su sfondo bianco sulla guancia o sulla fronte, dietro i pannelli illustrativi delle loro attività, sembra di stare sul set di una puntata di RIS, ferite, ustioni, fratture, abrasioni per tutti i gusti…

Poi qualcosa colpisce davvero la mia attenzione, una piccola mostra fotografica di grande impatto emotivo, i volti dei bambini e le espressioni del volto sembrano gridare, due grandi simboli sulla parete a forma di croce e mezzaluna sono fatti di fotografie a collage. E’ la mostra di Ibrahim Malla sui campi in Siria della Croce rossa internazionale. C’é un pannello con le foto e i nomi dei cooperanti che negli anni hanno perso la vita in zone di conflitto, principalmente si parla della Siria, unica colpa cercare di aiutare dove l’aiuto serve davvero.

Questa fiaccolata é molto di più di una passeggiata e di una riunione di persone, ognuna di esse potrebbe raccontare storie e pensieri, eventi vissuti e difficoltà incontrate e tutti in comune hanno non solo il colore della tuta ma la scelta di entrare nelle cose per cambiarle in meglio usando un’unica potente arma: la propria umanità.

La fiaccolata inizia al tramonto, abbiamo ancora un po’ di tempo, ci mettiamo in movimento, gruppo fluido, ogni tanto incontri qualcuno poi ci si perde e ci si ritrova, foto, selfie, tutti taggati e a spedire immagini agli amici, la tecnologia impera, ci piacerà rivederle con più calma una volta tornati.

Il paese di Solferino ci accoglie con le strade antiche, una calma sonnolenta, fiocchi e coccarde gialle alle porte ed alle finestre. Alle 17,00 si inaugura la nuova statua di H. Dunant di fronte all’ossario, ci dirigiamo lì, anzi in realtà un signore in doppio petto piccolo e molto emozionato ci ha invitati ad andare…e noi andiamo!

C’é già una piccola folla, seduti e in piedi aspettano, l’evento, c’é lo scultore da Milano, il presidente della fondazione, la maestra personaggio storico, ultra novantenne fieramente presente nella storia di questi luoghi e c’é Rocca, il presidente nazionale. Parlano per tutti, parlano di una persona che partendo da un’emozione forte vissuta suo malgrado in un campo di battaglia, di cui ci ha lasciato molto più di un ricordo (ricordo di Solferino), ha scelto di scommettere su un sogno che sembrava impossibile, parlano di tanti altri che oggi credono nello stesso sogno, parlano di chi é disilluso e dopo troppi scontri con una realtà avversa fa fatica a continuare lo stesso sogno.

Si scopre la statua ed eccolo lì, un piccolo uomo dallo sguardo fiero che ha cambiato il mondo.

Si accendono le fiaccole e il sole pian piano va a posarsi mentre il fiume di persone si avvia tra risate, silenzi e canzoni, il passo spedito, si attraversa una parte del paese e poi mentre la luce del giorno sfuma la luce delle fiaccole diventa pian piano la protagonista. Fa molto caldo, la divisa si incolla alle gambe e lo zainetto pesa un po’ di più sulle spalle. Alcuni gruppi hanno uno stendardo, un cartello, particolari per riconoscersi, ci troviamo prima nel gruppo di Catania, è allegro e ci inseriamo nei canti, dietro i tedeschi con i loro canti, da qualche parte si sente una musica latino americana, è quello che ci vuole per sostenere il passo. Siamo in aperta campagna, le gambe se ne vanno da sole, la mente anche dietro ai pensieri che il camminare aiuta a defluire, avanti e dietro un serpentone di luci vive su e giù dalle colline, è bellissimo, ci sono anche bambini e mamme che spingono carrozzine…qualcuno dice che vorrebbe essere al posto del piccolo vestito con una mini maglia della croce rossa, il simbolo grande metà del busto!

Notiamo che la popolazione è varia, ci sono molte etnie presenti e tutti hanno lo stesso sorriso, forse ogni anno vedono queste persone e sembra un po’ una festa, pensano che fanno qualcosa anche per loro e che il loro paese è stata la prima tappa di questo cammino iniziato molti anni  fa, o semplicemente si divertono a sentirci passare, cantando, chiacchierando, schiamazzando.

Gli ultimi km sono lunghi, le gambe si muovono quasi da sole e la stanchezza si sente…siamo quasi arrivati, vediamo in lontananza quasi sfumate dalla luce delle fiaccole le prime case e poi il paese con strade antiche, una musica attira la nostra attenzione, è un gruppo particolarmente vivace, musiche latino americane e un carrellino palcoscenico sul quale un volontario con le alette ed una parrucca bionda da angioletto balla ….complimenti alla sua energia! Siamo arrivati…gente seduta da tutte le parti, nel parco del paese c’è una festa per noi ed è lì che ci dirigiamo, musica, energia…ma è quasi ora di tornare al pullman.

Ed eccoci qui, di nuovo seduti, sulla strada di casa! E’ stato bello, mezza addormentata penso che tornerò ed ho voglia di raccontare a tutti quello che abbiamo vissuto, ciao Solferino, see you next year…all’anno prossimo!

Patrizia – Volontaria CRI